Magari in quel momento non comprendiamo il valore di un consiglio o di una ramanzina, ne’ magari riusciamo a dare il giusto valore ad una lunga predica ma, spesso dopo qualche tempo, la nostra mente rielabora il messaggio, digerendolo e spesso trasformandolo in un concreto gesto, in un cambio di passo, in una scelta o semplicemente in una decisione.
Molte di queste persone, magari non le abbiamo mai ringraziate per ciò che ci hanno dato, né abbiamo con loro condiviso l’effetto del seme gettato nel nostro cuore. Non credo nessuno di loro si sia mai aspettato nulla, piuttosto li muoveva il «gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date». Tra queste persone, senza dubbio annovero molti religiosi. Ognuno a suo modo, con i propri carismi, il proprio modo di fare, livello culturale e sociale ha cercato di fare quanto di meglio poteva pur mostrando, come tutti noi, i propri limiti. Molti di loro addirittura senza parlare, hanno lasciato nella mia vita un esempio, un segno, ancora più profondo di altri. Quel «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» resterebbe però un po’ zoppo, se non fosse ripetuto da tutti, in una logica di equilibrio universale eterno.
È qui che ognuno interpreta sé stesso, le proprie capacità ed i propri carismi, i propri limiti e le proprie possibilità, impegnandosi a continuare l’eterna catena del «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Per quanto possiamo essere narcisisti e superbi, non sempre possiamo donare consigli o suggerimenti, spesso possiamo donare le nostre mani, il nostro tempo, l’orecchio per ascoltare qualcuno in difficoltà. Personalmente, non sono capace di donare ciò che ho ricevuto e l’unica cosa che sono in grado di fare è sostenere chi continuamente dona e lo fa anche al mio posto; alla fine è giusto che chi lavora abbia la sua ricompensa.
Vincenzo Trani
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